La grande sete di Guinness… e Murphy’s coglie l’occasione al volo!
Durante il periodo delle feste natalizie 2024, il Regno Unito ha vissuto uno scenario paradossale: una carenza di Guinness nei pub. Un fenomeno sorprendente per un’azienda birraria abituata a gestire picchi di vendite stagionali, che ha portato a significative perdite commerciali per l’impossibilità di fornire la celebre stout irlandese.
La ragione di questa carenza è tanto semplice quanto inattesa: un boom di domanda che ha superato ampiamente la capacità produttiva.. Un successo che affonda le radici in una rinnovata popolarità del brand, particolarmente evidente nel Regno Unito, dove la Guinness ha subito una vera e propria metamorfosi d’immagine. Da birra “da vecchi” si è trasformata in un fenomeno di tendenza tra i giovani consumatori, grazie a una forte presenza sui social media.
Il successo inoltre non si limita al mercato britannico. Negli Stati Uniti, la combinazione di influencer marketing e endorsement di celebrità ha generato una crescita a doppia cifra delle vendite, consolidando la presenza internazionale del marchio.
Diageo ha reagito avviando importanti investimenti per potenziare la capacità produttiva, ma le conseguenze di questa carenza si sono già manifestate sul mercato.
I pub britannici, privati in tutto o in parte dei fusti, hanno dovuto considerare delle alternative nel mondo delle stout, per non lasciare i clienti con le pinte vuote.
In particolare, la Murphy’s di Heineken ha registrato un’impennata nelle vendite del 600% rispetto al 2023, approfittando abilmente del vuoto lasciato dalla concorrente.
La vera sfida per Guinness sarà ora recuperare i consumatori “prestati” alla concorrenza. Mentre il mercato osserva con interesse questa dinamica, tornano a circolare voci sulla possibile cessione di Guinness da parte di Diageo di cui fa parte, aggiungendo un ulteriore elemento di curiosità sul futuro di questa iconica birra irlandese.
Sláinte!
Pubblicato da Dammiunabirra.it