Polvere di…birra! Sarà la nuova frontiera?
La birra liofilizzata come il caffè?
La notizia della birra in polvere circolava già da tempo in Germania fra gli addetti ai lavori, ma una trasmissione televisiva americana, CBS NY, ha dedicato un servizio alla Dryest Beer, rilanciandola a livello internazionale e portandola a conoscenza di molti appassionati.
Sono iniziate così ampie discussione con pareri che spaziavano dalla semplice curiosità a vere e proprie dichiarazioni pro (poche) e contro (molte).
Di certo l’idea, pur con alcuni lati positivi, viene accolta con un certo scetticismo.
L’ipotesi di un passaggio alla birra liofilizzata aprirebbe tempi duri per gli appassionati di birra, ma anche per chi la produce o comunque è parte della catena che dalla fabbrica porta la birra sulle nostre tavole o sul bancone del pub.
Senza entrare nei dettagli, se la birra liofilizzata incontrerà il successo, molte cose cambieranno nella nostra vita quotidiana personale e lavorativa con vantaggi e svantaggi.
Partiamo dal consumatore.
Per consumare la birra a casa non dovrà più trasportare bottiglie né lattine ma in compenso quando andrà a fare una escursione o in campeggio porterà con sé le più leggere e infrangibili bustine.
Certo, dovrà trovare una fonte di acqua fredda, per poter sciogliere le polvere di birra nel bicchiere e naturalmente servirà un cucchiaino, meglio se è in legno che è ecologico.
Non dovrà attendere che gli venga spillata la birra col suo cremoso cappello di schiuma, ma come per il the, il publican gli consegnerà un boccale di acqua dove dovrà sciogliere la bustina di birra.
Probabilmente nei locali più chic la polvere verrà mescolata dal barista e magari verrà proposta una selezione di bustine in modo che possa scegliere fra una pils o una lager o altro stile a piacere.
L’evoluzione, se così si può chiamare, avvicinerà la birra al the e al caffè liofilizzati.
Per la parte produzione, qualche attrezzatura potrà certamente essere ancora utilizzata ma la maggior parte degli impianti andrebbero in disuso, non serviranno più i fusti, le bottiglie e relative casse.
Le spine della birra diventeranno oggetti ornamentali a ricordarci un passato, nel quale la birra veniva ancora spillata in base agli stili birrari.
Ma mettiamo da parte queste visioni apocalittiche!
Torniamo alla birra in polvere, per capire le motivazioni di questa innovazione tecnologica.
La Dryest Beer è frutto di un progetto lungamente studiato in Germania alla Neuzeller Kloster Brau che ha portato alla creazione di una birra analcolica, liofilizzata, da sciogliere in acqua.
Si tratta di un birrificio storico del Monastero di Neuzelle nel Brandeburgo
Dryest Beer sarà a breve commercializzata analcolica ma Stefan Fritsche, amministratore delegato della birreria ha assicurato che verrà pronta anche la versione alcolica.
Malgrado la lunga tradizione tedesca nella produzione della birra, questa innovazione ha suscitato molto scetticismo tra i consumatori.
Gli inventori della Dryest Beer affermano che il sapore della polvere di…birra è identico a quello della birra tradizionale, ma la sua versione attuale è priva di alcol, un aspetto che non ha contribuito certamente a creare interesse.
Anche gli italiani, immagino, saranno scettici di fronte a questa rivoluzione birraria, poiché l’idea di bere polvere di…birra, mescolata con l’acqua appare decisamente poco attraente.
Tuttavia, è importante anche comprendere le motivazioni alla base di questa birra.
La Dryest Beer è stata creata da tecnici che hanno preso come punto di partenza il metodo tradizionale per poi trasformare la birra in un granulato solubile in acqua.
Questo dovrebbe tranquillizzare i consumatori, secondo i produttori della Driest Bier, preoccupati per la genuinità del prodotto.
La motivazione principale, dietro questa ricerca, è stata quella di rendere la produzione di birra più sostenibile dal punto di vista ambientale.
La Germania, sempre attenta alla salvaguardia del pianeta, valuta attentamente i benefici in termini di sostenibilità.
La produzione di birra richiede enormi quantità di acqua, che rappresenta una risorsa naturale.
La produzione della birra liofilizzata, oltre a ridurre notevolmente i costi di trasporto e produzione, diminuirebbe notevolmente il consumo d’acqua.
Il progetto è rivolto principalmente ai paesi asiatici e africani, dove la birra tedesca è molto richiesta, ma l’approvvigionamento di acqua può rappresentare un grosso problema.
Tuttavia, la Dryest Beer sarà commercializzata anche in Europa.
La Dryest Beer rappresenta un esempio di innovazione tecnologica nel settore delle bevande.
Resta da vedere se, quando e come questa birra rivoluzionaria riuscirà a conquistare i palati dei consumatori.
Con tutto il rispetto per la tecnologia, personalmente, continuerò a bere birra alla vecchia maniera!
Pubblicato da Dammiunabirra.it